Magia, nostalgia e in esclusiva per console Xbox e PC: Microsoft ci presenta l’indie che assomiglia ad una delle serie Nintendo più amate di sempre, in particolare, a The Legend of Zelda a Link to the past.
Chiunque abbia giocato a qualsiasi titolo della serie che ci porta nel regno di Hyrule non può non amare ciò che si vede sin dal primo impatto: il gioco si presenta come un action adventure con una telecamera isometrica e come Link il protagonista avrà una spada, uno scudo e ulteriori strumenti per proseguire durante l’avventura.
La narrativa è “muta” e lasciata alla libera interpretazione del giocatore. A mio avviso avremo delle informazioni “incomprensibili” proprio perché il gioco mostra un alfabeto tutto suo e nei primi istanti di gioco potremmo essere confusi abbastanza su quel che sta succedendo.
Graficamente il gioco sembra essere ispirato al remake di Link’s Awakening, e che a tratti, ricorda un sacco anche uno stile grafico fatto con Voxel Art.
A condire bene un cell-shading ben fatto, vi è anche una bellissima profondità di campo, presente in alto e in basso dello schermo.
Quest’ultima, accompagnata ad un Motion blur inesistente, rende l’immagine bella da vedere e davvero appagante nella scoperta di nuove zone.
Ciò che salta subito all’occhio, o meglio ai polpastrelli, penso sia il suo gameplay incentrato sull’esplorazione e sul sistema di combattimento basato sulla stamina: gestirla bene è importante in questo gioco poiché se ci stanchiamo, quindi evitando e parando gli attacchi, la stamina scende a 0 e rischiamo di subire il 150% dei danni da tutte le fonti.
Tuttavia è bene precisare che il gioco non ci impedisce di correre tenendo premuto il tasto per la schivata in modo da essere sì veloci, ma di recuperare la stamina persa; oppure di schivare consumando quel po’ di stamina che si sta ricaricando. Se si attacca la stamina non scende , ma non si rigenera, quindi, nonostante il gioco si mostri piuttosto semplice nelle sue meccaniche, sa come e quando deve punire il giocatore.
La musica invece è un elemento da riguardare; non ci sono brutte musiche, anzi, il misto tra Ambient e Synthwave funziona, ma sono davvero poche le musiche che mi facciano dire <<questa è la musica presente in Tunic>>, e ammetto che alcuni brani mi hanno ricordato musiche appartenenti ad altri titoli come Chrono Trigger e anche Klonoa.
Nulla di male in ciò ma si finisce sempre con finire nell’anonimato e anche nella confusione.
La pioggia di nostalgia e la magia che avviene durante l’esplorazione
Il vero punto di forza di questo gioco sta nella sua esplorazione, tra tesori, passaggi segreti, strumenti nuovi, e tanti collezionabili, tra questi, vi è la cosa che più ho amato del titolo: ovvero il bellissimo, quanto criptico libretto di istruzioni collezionabile in gioco.
Quest’ultimo, è scritto nella lingua appartenente al gioco e quindi incomprensibile a noi giocatori, illustrato con dei disegni che si avvicinano alle illustrazioni di fine anni ‘90, e quella che all’inizio mi sembrava un qualcosa di criptico che avrei compreso andando avanti, in realtà si è rivelata una scelta artistica mirata: questo perché io da bambino, fino ai cinque anni almeno, riempivo quei libricini di istruzioni, di note, trucchi e soprattutto disegni, per comprendere come fare dato che non sapevo leggere.
Ed è lì che sta la magia della nostalgia del gioco perché da piccini si comprendevano solo alcune parole mentre il resto solo attraverso il linguaggio universale delle illustrazioni.
Sparsi per la mappa , vi saranno i classici checkpoint, che ci permetteranno non solo di essere riportati in vita in quel punto specifico, bensì, attraverso il sacrificio di oggetti particolari, potremo migliorare le statistiche del personaggio; vi sono diversi teletrasporti che ci permettono di viaggiare velocemente tra un’area all’altra, in modo da permettere al giocatore del piccolo, e anche sano backtracking. Il mondo di gioco, tuttavia, non è molto ampio, anzi, possiamo descrivere il gioco suddiviso in tante macro aree, sempre presentate , attraverso il libretto di istruzioni, che in questi casi, può anche fare da mappa.
Questo è raro che succeda durante una recensione, ma voglio darvi un consiglio: mantenete gli occhi aguzzi, ad ogni singolo e piccolo dettaglio mentre esplorate, perchè nonostante la mappa piccola, il gioco è pieno zeppo di cunicoli nascosti che celano scorciatoie e tesori contenenti non solo le monete, ma anche degli strumenti che magari ci permetteranno di agevolare la nostra partita: che siano dinamiti, bombe congelanti, buff, e tanti altri oggetti che ci daranno la possibilità di migliorare le statistiche del nostro personaggio.
La difficoltà e la confusione che si è generata intorno a Tunic
Come ho già accennato prima, Tunic è un gioco impegnativo, quindi, non sottovalutate la grafica cartoonesca e l’anima del titolo, questo titolo, è un gioco che metterà a dura prova i vostri nervi, tuttavia, voglio rispondere alla critica mossa da molti utenti che lo hanno comparato addirittura a Dark Souls. Per una volta, siamo sinceri con noi stessi, anche il gioco viene etichettato come tale, ma è giusto ciò che viene detto? A mio parere no, perché i due titoli, similmente possiedono la caratteristica dei checkpoint, ciò non vuol dire che siano giochi simili.
Oppure, una critica che non comprenderò mai è il fattore che se un gioco mostra un pò di difficoltà, viene identificato come Dark souls.
Potrei fare una lista intera con tutti i nomi possibili e immaginabili di tanti titoli difficili prima del titolo di From Software, eppure non mi sembra di sentire titolo x like.
Se poi devo essere sincero, Dark souls ha messo a dura prova la mia pazienza, portandomi al punto di avere una brutta sensazione di noia.
Tunic dal canto suo, non lo ha fatto, anzi, ero davvero invogliato a terminare la mia partita, finalmente facendo fuori il boss di turno che in quell’istante mi stava facendo penare, perché nonostante tutto, ho ritenuto tutta l’avventura appagante, e mai stancante. È vero, il gioco è difficile, ma fidatevi di me, il gioco è fattibile. Inoltre, se lo ritenete troppo difficile, accedendo al menù delle opzioni, potete rimuovere il consumo della stamina, e abilitare vita infinita, così che possiate “abbassare la difficoltà” in un modo, oppure nell’altro, oppure perché no? Attivare entrambe le funzioni.
Insomma, ciò che conta secondo me è che riusciate a divertirvi, senza fermarvi al primo ostacolo e state tranquilli, il gioco non vi punirà né tanto meno proverà ad accusarvi di cheating qualora abilitate queste funzioni!