Tunic – L’action-adventure che ricorda Zelda

Quando la nostalgia fa davvero la canaglia!

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Data di uscita
16 Marzo 2022
Sviluppato da
TUNIC Team
Pubblicato da
Finji
Genere
Avventura, Rompicapo, Esplorazione, Azione
Modalità
Singleplayer

Magia, nostalgia e in esclusiva per console Xbox e PC: Microsoft ci presenta l’indie che assomiglia ad una delle serie Nintendo più amate di sempre, in particolare, a The Legend of Zelda a Link to the past.

Chiunque abbia giocato a qualsiasi titolo della serie che ci porta nel regno di Hyrule non può non amare ciò che si vede sin dal primo impatto: il gioco si presenta come un action adventure con una telecamera isometrica e come Link il protagonista avrà una spada, uno scudo e ulteriori strumenti per proseguire durante l’avventura.

La narrativa è “muta” e lasciata alla libera interpretazione del giocatore. A mio avviso avremo delle informazioni “incomprensibili” proprio perché il gioco mostra un alfabeto tutto suo e nei primi istanti di gioco potremmo essere confusi abbastanza su quel che sta succedendo.

Graficamente il gioco sembra essere ispirato al remake di Link’s Awakening, e che a tratti, ricorda un sacco anche uno stile grafico fatto con Voxel Art.

A condire bene un cell-shading ben fatto, vi è anche una bellissima profondità di campo, presente in alto e in basso dello schermo.

Quest’ultima, accompagnata ad un Motion blur inesistente, rende l’immagine bella da vedere e davvero appagante nella scoperta di nuove zone.

Ciò che salta subito all’occhio, o meglio ai polpastrelli, penso sia il suo gameplay incentrato sull’esplorazione e sul sistema di combattimento basato sulla stamina: gestirla bene è importante in questo gioco poiché se ci stanchiamo, quindi evitando e parando gli attacchi, la stamina scende a 0 e rischiamo di subire il 150% dei danni da tutte le fonti. 

“Tutto fa più male quando mi stanco”

Tuttavia è bene precisare che il gioco non ci impedisce di correre tenendo premuto il tasto per la schivata in modo da essere sì veloci, ma di recuperare la stamina persa; oppure di schivare consumando quel po’ di stamina che si sta ricaricando. Se si attacca la stamina non scende , ma non si rigenera, quindi, nonostante il gioco si mostri piuttosto semplice nelle sue meccaniche, sa come e quando deve punire il giocatore.

La musica invece è un elemento da riguardare; non ci sono brutte musiche, anzi, il misto tra Ambient e Synthwave funziona, ma sono davvero poche le musiche che mi facciano dire <<questa è la musica presente in Tunic>>, e ammetto che alcuni brani mi hanno ricordato musiche appartenenti ad altri titoli come Chrono Trigger e anche Klonoa.

Nulla di male in ciò ma si finisce sempre con finire nell’anonimato e anche nella confusione.

La pioggia di nostalgia e la magia che avviene durante l’esplorazione

Il vero punto di forza di questo gioco sta nella sua esplorazione, tra tesori, passaggi segreti, strumenti nuovi, e tanti collezionabili, tra questi, vi è la cosa che più ho amato del titolo: ovvero il bellissimo, quanto criptico libretto di istruzioni collezionabile in gioco. 

Quest’ultimo, è scritto nella lingua appartenente al gioco e quindi incomprensibile a noi giocatori, illustrato con dei disegni che si avvicinano alle illustrazioni di fine anni ‘90, e quella che all’inizio mi sembrava un qualcosa di criptico che avrei compreso andando avanti, in realtà si è rivelata una scelta artistica mirata: questo perché io da bambino, fino ai cinque anni almeno, riempivo quei libricini di istruzioni, di note, trucchi e soprattutto disegni, per comprendere come fare dato che non sapevo leggere.

Un frammento della mappa di gioco presente nel libretto delle istruzioni

Ed è lì che sta la magia della nostalgia del gioco perché da piccini si comprendevano solo alcune parole mentre il resto solo attraverso il linguaggio universale delle illustrazioni.

Sparsi per la mappa , vi saranno i classici checkpoint, che ci permetteranno non solo di essere riportati in vita in quel punto specifico, bensì, attraverso il sacrificio di oggetti particolari, potremo migliorare le statistiche del personaggio;  vi sono diversi teletrasporti che ci permettono di viaggiare velocemente tra un’area all’altra, in modo da permettere al giocatore del piccolo, e anche sano backtracking. Il mondo di gioco, tuttavia, non è molto ampio, anzi, possiamo descrivere il gioco suddiviso in tante macro aree, sempre presentate , attraverso il libretto di istruzioni, che in questi casi, può anche fare da mappa. 

Questo è raro che succeda durante una recensione, ma voglio darvi un consiglio: mantenete gli occhi aguzzi, ad ogni singolo e piccolo dettaglio mentre esplorate,  perchè nonostante la mappa piccola, il gioco è pieno zeppo di cunicoli nascosti che celano scorciatoie e tesori contenenti non solo le monete, ma anche degli strumenti che magari ci permetteranno di agevolare la nostra partita: che siano dinamiti, bombe congelanti, buff, e tanti altri oggetti che ci daranno la possibilità di migliorare le statistiche del nostro personaggio.

La difficoltà e la confusione che si è generata intorno a Tunic

Come ho già accennato prima, Tunic è un gioco impegnativo, quindi, non sottovalutate la grafica cartoonesca e l’anima del titolo, questo titolo, è un gioco che metterà a dura prova  i vostri nervi, tuttavia, voglio rispondere alla critica mossa da molti utenti che lo hanno comparato addirittura a Dark Souls. Per una volta, siamo sinceri con noi stessi, anche il gioco viene etichettato come tale, ma è giusto ciò che viene detto? A mio parere no, perché i due titoli, similmente possiedono la caratteristica dei checkpoint, ciò non vuol dire che siano giochi simili.

Oppure, una critica che non comprenderò mai è il fattore che se un gioco mostra un pò di difficoltà, viene identificato come Dark souls.

Potrei fare una lista intera con tutti i nomi possibili e immaginabili di tanti titoli difficili prima del titolo di From Software, eppure non mi sembra di sentire titolo x like.

Se poi devo essere sincero, Dark souls ha messo a dura prova la mia pazienza, portandomi al punto di avere una brutta sensazione di noia.

Tunic dal canto suo, non lo ha fatto, anzi, ero davvero invogliato a terminare la mia partita, finalmente facendo fuori il boss di turno che in quell’istante mi stava facendo penare, perché nonostante tutto, ho ritenuto tutta l’avventura appagante, e mai stancante. È vero, il gioco è difficile, ma fidatevi di me, il gioco è fattibile. Inoltre, se lo ritenete troppo difficile, accedendo al menù delle opzioni, potete rimuovere il consumo della stamina, e abilitare vita infinita, così che possiate “abbassare la difficoltà” in un modo, oppure nell’altro, oppure perché no? Attivare entrambe le funzioni.

Insomma, ciò che conta secondo me è che riusciate a divertirvi, senza fermarvi al primo ostacolo e state tranquilli, il gioco non vi punirà né tanto meno proverà ad accusarvi di cheating qualora abilitate queste funzioni!

Tunic – L’action-adventure che ricorda Zelda
In Conclusione
Tunic è un gioco particolare, l’esclusiva Xbox e PC è un richiamo voluto alla serie di The legend of Zelda, con una grafica bella da vedere ma con delle musiche che per quanto belle, risultano un pò anonime, tuttavia con qualche bella trovata, adempie al suo compito dell’operazione nostalgia, in quanto chiaro il voler far sentire i grandi di nuovo piccini, un chiaro segno di amore per tutte quelle che erano le avventure di un tempo!

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