Per la serie “piccole perle sconosciute”, oggi parleremo di A Short Hike, titolo uscito nel 2019 e sviluppato da Adam Robinson-Yu per Microsoft Windows, Mac e Linux. Nel 2020, poi, il gioco ha ricevuto il porting anche per Nintendo Switch.
La prima parola che mi viene in mente pensando a questo titolo è sicuramente “rilassante”: è un gioco delicato, breve (se non ci si perde nelle svariate attività secondarie dell’isola), ma non per questo meno godibile o significativo, e dal finale inaspettato, dolce e amaro al tempo stesso.
Prima di immergerci nelle considerazioni puramente sensoriali ed emozionali, vorrei spendere qualche parola sulla parte tecnica. Il gioco presenta una grafica in pixel art che – tuttavia – si mostra comunque abbastanza moderna, sia nella palette che nella definizione degli oggetti e del paesaggio. Non manca la profondità, né i dettagli di ciò che ci viene mostrato a schermo. Nel menù principale è anche possibile scegliere la dimensione dei pixel (“big and crunchy”, “tiny and sharp” e così via), fino ad annullarli, per chi non apprezza questo stile “retrò”.
La visuale resta dall’alto, fissa quasi completamente, fatta eccezione per una vaga manovrabilità che ci permette di guardarci attorno in maniera di poco più ampia, cosa però quasi mai necessaria, dato che la camera segue il personaggio senza troppi problemi e ci mostra tutto ciò che è necessario.
A Short Hike – come preannuncia il titolo – è un gioco molto breve, da finire tutto d’un fiato, in meno di un’ora se ci focalizziamo solo sull’obiettivo principale. Non è possibile salvare più di una partita contemporaneamente: se si vuole iniziare un nuovo gioco, viene sovrascritto il salvataggio precedente, ma questo non crea problemi al giocatore che non avrà alcuna difficoltà a terminare la storia abbastanza velocemente.
Unico piccolo, piccolissimo dettaglio che potrebbe spingere qualcuno a non giocare a questo titolo è che non esiste la lingua italiana. Il gioco è tradotto solo in inglese, spagnolo, francese, portoghese e giapponese. È anche vero che i dialoghi sono molto semplici e anche chi possiede solo una conoscenza basilare della lingua inglese non dovrebbe avere difficoltà a capire ciò che viene presentato a schermo.
La prima inquadratura che ci viene mostrata, non appena avviamo il gioco, è l’immagine di un’automobile viola che percorre una strada di notte, illuminandola con i propri fari. Parte un breve dialogo dal quale capiamo che uno dei nostri genitori ci sta accompagnando in un luogo di villeggiatura per l’estate e che il nostro nome è Claire. Ci stiamo allontanando dalla città per “prenderci una pausa da tutto quello che sta accadendo”, anche non sappiamo di cosa si tratti, dato che il dialogo non ci fornisce ulteriori spiegazioni.
Terminata questa breve sequenza, ci troviamo – presumibilmente il giorno successivo – all’esterno di un grazioso cottage circondato dagli alberi in quello che è il luogo dove passeremo le nostre vacanze. Interpretiamo un grazioso uccellino nero che si guarda attorno con curiosità: a pochi passi di distanza, individuiamo il primo PNG con cui avremo a che fare.
In questo dialogo, riusciamo a capire che Claire sta aspettando una telefonata, ma fino ad ora ha atteso invano perché nella baita dove si trova non c’è campo! L’unico modo per poter prendere il segnale è raggiungere la cima della montagna, chiamata Hawk Peak: in questo modo, Claire potrà ricevere la telefonata che sta aspettando. “Non è molto lontano”, dice l’uccello. “Tutti abbiamo raggiunto la cima, prima o poi.” Ci indirizza verso nord e ci suggerisce di seguire i segnali per Hawk Peak.
Qui inizia la “breve gita” del titolo che ci porterà non solo a conoscere tanti animali con abitudini, passioni e comportamenti diversi, ma che ci farà anche godere di una passeggiata in mezzo alla natura.
Che questo titolo si sia ispirato ad Animal Crossing – tra gli altri – è abbastanza evidente per diversi dettagli. Tra i più immediati, possiamo vedere come – similmente all’IP della Nintendo – anche A Short Hike è popolato da animali antropomorfi, fa del contatto con la natura uno dei suoi punti cardine e possiede una musica adattiva che cambia a seconda di alcuni eventi di gioco, come ad esempio il tempo atmosferico o alcune azioni del giocatore.
Per perderci ancora di più in questo piccolo gioiellino, possiamo concentrarci anche sulle diverse missioni secondarie che il gioco ci offre, tra cui l’individuazione di bauli e monete e il recupero di diversi oggetti per i PNG che popolano l’isola.
Al termine della nostra breve scampagnata per raggiungere Hawk Peak, saremo messi di fronte a un dolce e malinconico plot twist (se così possiamo definirlo) di cui non vi svelerò nulla per non rovinarvi la sorpresa. Se vogliamo analizzare la ”breve gita” di Claire e andare oltre il mero aspetto pratico del raggiungere la vetta, potremmo anche individuare una sorta di “viaggio di formazione” che simboleggia un po’ la vita in generale: la cima di Hawk Peak è l’età adulta, quella della consapevolezza e della perdita delle illusioni infantili. Tuttavia, il messaggio del gioco è chiaramente ottimista: nonostante tutto, ci offre una visione del futuro piena di speranza.
Posso dire che A Short Hike vale senza dubbio parte del vostro tempo e che lo saluterete, una volta terminato, con il sorriso sulle labbra e una vaga sensazione di pace e ottimismo dentro di voi. Assolutamente consigliato.